Vacca magra questo corpo che bruca a ciuffi l’abbandono,
il muso cacciato in terra calva,
dietro la traccia di un tagliaerba,
la lingua strofinata al sasso che magari spunta un fiore,
che magari a leccare pietra ci si cava un giglio bianco,
qualche petalo di latte e una caloria d’amore.
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