domenica 28 settembre 2014

FORSE PER QUESTO MI PIACE FUMARE

Forse per questo mi piace fumare,
perché quando batto la sigaretta col dito
la cenere cade
e sono io,
che comando la durata,
io che decido la fine
e rubo
il mestiere al tempo.

UN TRENO DI SOLA ANDATA

La mancanza è un treno di sola andata,
quando parte non fa ritorno,
manca ad ogni stazione.
E’ la sua maniera di restare
sotto le pensiline delle attese.

LA FORMA INFINITA

Voglio essere scelta, usata, declinata
come verbo al servizio dei pronomi.
Non posso più stare
in questa forma infinita.

LO SCANDALO

Quando indosserò la mia mancanza
qualcuno griderà allo scandalo
di una donna nuda per la strada.

PENSIERO DI STRADA

Chissà cosa pensa la strada
quando io la calpesto
e chiamo dannata crepa
la sua ferita che brucia
fino a incenerire
i sette centimetri di tacco.
Chissà se le appare crudele,
il mio piede che prosegue scalzo

NON DI FACCIA MA DI SCHIENA

Quando le spalle parlano
e curve dicono la nostalgia,
tu da dietro ascolti
ciò che il mio viso tace.
Non di faccia ma di schiena,
viene al mondo la verità

LA PUNTEGGIATURA DEL CIELO

Io leggo,
la sospensione delle nuvole,
le virgole del vento,
l'esclamativo del sole.
La punteggiatura di un cielo senza parole.

QUALCUNO CHE CONOSCO

La fronte sporgente di una roccia,
il naso aquilino di una foglia,
le ciglia folte dell’erba alta,
nelle cose qua fuori
c’è qualcuno che conosco.
La natura mi ricorda
un volto dimenticato.

CONTA SEMPLICE

Riduciamo una stella a cinque punte,
uno sguardo a due occhi,
un bacio a una bocca,
la vita alla conta semplice
della nostra mano.
Davvero bastano le dita,
a risolvere la matematica del mondo?

LA POLVERE CHE CI SOMIGLIA

La vediamo in controluce,
è uno strato sopra il mobile,
un mucchio là nell’angolo,
lo strofinaccio e poi la scopa
che subito va raccolta,
isolata e poi cacciata.
Via lontano,
questa polvere che così tanto ci somiglia
e così poco sopportiamo.

NEL POSTO SBAGLIATO

Tu mi proteggi nel posto sbagliato,
stai dietro a guardarmi le spalle,
lì a dimenticarti il mio viso.
Fai un passo di lato e lasciami la schiena,
poi un altro in avanti e tornami agli occhi.

SCIARPE DI LANA

Sono sciarpe di lana attorno al collo,
queste lontananze che tornano a scaldarci la gola
quando dentro è tutto zitto
e accanto c’è solo freddo.

SIAMO UNO CHE CAMMINA

Quando io proseguo avanti
e il mio respiro svolta a destra,
so che la tua vita ha girato l’angolo
per infilarsi in quella traversa.
Siamo uno che cammina per la strada, noi
e i nostri corpi non s'incontrano mai.

LA MANIGLIA DEL TRAM

Sono la maniglia che ti regge in piedi,
quando la mattina presto sali sul tram
e trovi tutti i posti occupati
dall'assenza di me.

IL PUNTO

Io termino nel punto.
Tu continua pure,
una riga sotto me.

STIVALE DA PIOGGIA

Oggi mi sento uno stivale da pioggia
tra le dune del deserto.
Cammino in cerca di una pozzanghera
che giustifichi il mio esistere.

AMORI

Ci sono amori che cadono
e poi restano addosso,
come capelli sul maglione.
Devi staccarli con le dita,
la mattina quando ti pettini.
Perché loro da soli
non se ne vanno via.

IL METEO COMANDA

Non so più la misura.
Se mi chiedi quale taglia indosso,
ti rispondo dipende dal tempo.
Con il sole mi allargo,
nella pioggia mi stringo.
Il meteo comanda
il mio girovita.

IL TASCHINO

Oggi sono poca,
tutta in qualche grammo
che ti entro nel taschino,
portami con te
che non t’ingombro il cuore.
Me ne sto fuori, in balconata,
come il fazzoletto che s’affaccia
al doppiopetto.

DUE NASI ALL'INSU'

Come tubi d’impalcatura, noi
uno dentro l’altro ci alziamo
rasentando mura, sempre più alti
di piano in piano
saliamo
ma non esiste
un edificio che tocca il cielo.
(possiamo soltanto restare
con due nasi all’insù)

LA MISURA PIENA

Quasi commosso, appena felice
un poco stupito, a metà innamorato.
Davanti alla bellezza,
l’uomo manca sempre di qualcosa.
Non osa mai misura piena.

LA CONTA DEI DOLORI

La conta dei dolori
lascia un formicolio alle dita
che poi,
io tocco la tua mano
senza sentirla.

Obliquo e nero

Ti vedo disteso, sulla strada
in diagonale oppure dritto
ti sfioro con il tacco
poi ti parlo
tu mi ascolti così,
obliquo e nero
di cemento e di asfalto.
Sei nell’ombra della gente
che mi passa al fianco.

martedì 8 luglio 2014

DALLA PARTE DEI MATTI

Le parole taciute hanno polsi legati,
tela bianca e cinghia come pigiama da notte.
Le parole omesse non si alzano mai,
contenute nel letto tra materasso e soffitto.
Tu,
( che dici di stare dalla parte dei matti)
grida e libera
le tue frasi internate.

LIVIDO BLU

Ho lasciato il cielo,
non vivo più in alto a destra.
Abbassa gli occhi,
se vuoi vedermi.
Calcola il raggio della mia caduta
e cercami.
Sono il livido blu della terra.

SCARTI

Raccogli la buccia delle ore,
la lisca di un istante, l’osso del momento.
Mescola, cuoci e servimi
gli scarti dei giorni altrui.
Ho fame di tempo mancato.

UNA VOLTA ERAVAMO PICCOLI

Una volta eravamo piccoli,
non importavano i numeri.
Lasciavamo i conti alla mamma,
le misure al papà,
peso e altezza alla vita.
Una volta eravamo piccoli,
non importava lo zero.
Valeva già mille il respiro.

TRA LA CANFORA E LE TARME

Non scomponetemi i dolori,
ora che hanno la piega giusta
della maglia riposta nel cassetto,
ora che riposano in pace
tra la canfora e le tarme.

IL PUNTO DELLA MIA CADUTA

Mettimi al vuoto,
lanciami al basso,
sotto e lontano
spingimi buttami
soffiami giù.
Toglimi pure la verticale dal corpo,
la terra dai piedi,
l’orizzonte dagli occhi.
Ma sarò io a scegliere
il punto della mia caduta.

domenica 29 giugno 2014

IN BOCCA ALLA VITA

Sono l’infanzia che tarda a cadere,
il dente di latte che non vuole mollare,
e non importa se il pane adulto ha crosta dura,
che a morderlo fa male.
Io, in bocca alla vita
continuo a restare.

NON DI CARNE MA DI CIELO

Non di carne ma di cielo,
per spiegare la cicatrice bianca
che mi attraversa il corpo.

-E’ la scia di un aereo,
l’unghia di un volo,
accettabile graffio della vita nell’aria-

Così, la definirei.
Me ne farei ragione quasi bella,
certezza un poco vera.
Se io fossi
non di carne, ma di cielo.

IL PESO DELLA NOSTALGIA

E’ il peso della nostalgia,
questo chilo che allarga i fianchi
e impedisce al presente
di abbottonarsi alla vita.

ESSERE FOGLIO

Essere foglio,
affidare alle pieghe della carta
ogni mio cambiamento.
Farmi barchetta
se un bimbo mi vuole in mare,
aeroplano se tu mi aspetti in cielo.

CON TE ALLA VITA

Sei fibbia che stringe,
cintura che tira.
Respiro male,
con te alla vita.

COSTOLA E RESPIRO

Io chiamo il colpo,
incasso, perdo l’assetto
e poi m’incrino.
Sono costola che cerca
l’attenzione del respiro.

COTTA E SERVITA

Mi volevi cotta e servita,
seme docile e impiattato,
nella fondina del malamore
mi volevi tu,
come lenticchia da infilzare
con dente di forchetta.

AUTONOMA SOLITUDINE

Senza l’appoggo di una riva,
il sostegno di uno scoglio,
niente scafi né vele,
vuota di tuffi e bracciate,
così vorrei stare.
Nell’autonoma solitudine
di un’onda al largo del mare.

MAGLIA AL ROVESCIO

Sono maglia al rovescio,
ho punti a nudo,
cuciture esposte.
Bastano le due lame di una forbice,
mano ferma e vista buona,
per compiere ad arte
il disfacimento di me.

POSTO LETTO CERCASI

Assegnami un posto
nel dormitorio della tua parola,
non importa che sia singolo,
basta un materasso in comune
con la lingua,
un cuscino condiviso
tra i denti e me.
Voglio essere parlata
dal silenzio che tu fai,
quando la notte ti cala in bocca.

LA STESSA PARTE CHE MANCA

Ci riconosciamo dai crolli,
la stessa parte che manca,
lo stesso muro che cede,
quella polvere che s'alza a prendere te
e prende anche me.
Sono le comuni demolizioni,
a renderci affini.

VENTILAZIONE

Tu sei un ventilatore stanco,
e io l'aria forzata che ti gira dentro.
Stiamo insieme a rinfrescare il tempo.

IL TEMPO DEGLI OCCHI

Cerco il tempo della conta,
i numeri tra il muro e l'infanzia,
noi che sparivamo per farci trovare.
Cerco il tempo degli occhi,
quando il nascondino era gioco
che ci voleva scoperti,
e per tutti finiva con l'essere visti.

mercoledì 7 maggio 2014

GALEOTTA SU CARTA

Scrivimi sul foglio a quadretti,
metti il mio nome tra una cella e l’altra
sotto chiave tienimi
galeotta su carta,
dietro righe incrociate.
Sia il tuo taccuino
mia condanna e prigione.

SBAVATURA ACCIDENTALE

Non credo a questa fine.
Il tuo punto è sbavatura accidentale
di una biro che trema e perde
il coraggio dell’inchiostro.

SULLA BANCARELLA DELLA VITA

Ammucchiati, svenduti
sulla bancarella della vita,
siamo piega nascosta, strappo arrangiato,
rammendo che gareggia
per la toppa più ambita.

AUTOMATICO MISTERO

Spinta sotto e dentro
l’acqua che cade,
come auto tra rulli e schiuma
sto,
a pensiero spento e respiro in folle,
tutta tra le mani di un lavaggio che va,
in automatico mistero.

LA FRATTURA MULTIPLA DEL MARE

Dal cornicione dei tuoi occhi,
il tentato suicidio di un’acqua
che salta, cade e sbatte
nel cranio nudo della terra.
Ti guardo,
e vedo la frattura multipla del mare.

CARTOLINA DI MARE

Imbucato nel mio giorno,
caduto nel mucchio di raccomandate e bollette,
da cartolina di mare te ne stai,
assolata spiaggia che sospende le scadenze
e rimanda i guai.

LA BONTA' PRESUNTA

Mi trovi confezionata e pronta,
al bancone dei surgelati,
tra il sofficino croccante
e i quattro salti in padella.
Sono la presunta bontà che ghiaccia le mani,
per un assaggio di me
rischi le dita.

Il panno

Affatica il vento, sconsola l’aria,
questo mio stare
da disteso panno che non asciuga mai.

giovedì 17 aprile 2014

CAMBIO DI STAGIONE

Questa solitudine è un materasso
che io rigiro dalla parte estiva.
Ogni cosa ha diritto al cambio di stagione,
anche l'assenza che mi regge il sonno,
il vuoto che mi sostiene il sogno.

LAVAGGIO SBAGLIATO

Dalla centrifuga dei tuoi silenzi,
dallo sportello della tua mancanza,
io esco ridotta e sgualcita,
maglia sottoposta
a un lavaggio sbagliato.

IL CIUFFO DELLA PAURA

Ti vorrei come forcina tra i capelli,
fissato di lato a liberarmi gli occhi,
quando il ciuffo della paura m’imprigiona il viso.

PAROLA CUCCIOLA

Parola cucciola inquieta,
randagia di mondo,
compagna d’osso tu,
rovisti il bidone vuoto
di una bocca che tace.
Finiti anche gli ultimi resti di voce,
andati e sprecati
nelle orecchie tappate dell’uomo.
Parola cucciola affamata,
anche oggi trovi il silenzio
e lecchi il digiuno.

LA VENTIQUATTRORE

Portami nella ventiquattrore del tuo giorno,
infilami tra la dichiarazione di una promessa
e il certificato di un giuramento,
riservami lo scomparto dei documenti imperdibili.
Non lasciare che una distrazione ti tolga
la mia vita dalla mano.

L'ATTESA

L’attesa è un letto di contenzione,
blocca i polsi alle illusioni,
le caviglie alle ipotesi,
segna il tempo con la tenuta del cuoio,
l’ossidazione delle catene,
la resistenza della carne.
Che quando la cinghia si logora e il taglio s’allarga,
viene l’ora di andare.
Il sangue arriva,
e lei scompare.

IL FALSO E' L'AMORE

Per non venirti a noia
io invento
nuovi tratti di me.
Il carboncino di una promessa,
la china di una scelta,
la sanguigna della svolta.
Copiata su carta, ti convinco.
L’originale non conta,
il falso è l’amore.

TUTTI ALLA TERRA

Esce caldo dal forno,
questo giorno di pane croccante.
Ci chiama e ci vuole
come farcitura nel mezzo,
noi distesi tra crosta e mollìca,
salati e un po’ amari
cambiamoci il gusto
prima che il cielo morda
e risputi
tutti alla terra.

IL LAVABO DEL MONDO

Strofinata alle facce
fatta schiuma e sapone dalla fronte agli occhi,
diluita in acqua, scesa alle guance,
scoppiata in bolle alle labbra,
caduta in gocce dal mento,
raccolta intera io,
nel lavabo del mondo.

SE LA MIA PANCIA

Se la mia pancia fosse
piazzale di chiesa,
avrei il tuo nome dentro,
ad ogni ora lo sentirei scalciare,
rintocco di campana nel ventre,
porzione di te
a saziarmi il tempo.