mercoledì 22 febbraio 2012

Mondocane

Ci spengono l’abbaio che racconta fuoco,
il ringhio che aizza incendio.
Vogliono soltanto guaiti dalle nostre bocche,
palle di neve innocua e sciolta,
bianco che sgocciola dalle labbra.
Ci chiedono un rigurgito di latte,
che allora corrono a pulirci i musi.
Se osiamo la protesta del cane al guinzaglio,
il rigetto di una rabbia strozzata,
loro stringono i collari.
E ci lasciano con la smorfia dell’impiccato.














Svuotate l'abisso


Rivoglio i miei affondi,
rompetemi le acque e tirate fuori i resti dell’albero maestro,
sbattuto piegato fatto a pezzi dall’asma del vento,
salvate la vela afflosciata, crollata, il suo lenzuolo strappato da un sonno solitario e tradito,
succhiatemi i mari e portate all’aria il tesoro caduto,
la pietra senza valore che era tutto il primo amore sbocciato tra i sassi,
giocato in cortile, baciato tra una biglia e la ghiaia.
Rivoglio il naufragio,
l’alga di un tempo che mi ha strozzato il respiro.
Trovatemi i segni, raschiate il fondale.
Svuotate l’abisso.
Che io non abbia più a che fare
con l’opposto del cielo.

sabato 18 febbraio 2012

Carne in musica


Scappo dalla testa sopra il collo,
dall’inchiodata faccia che mi vuole in croce sulle spalle,
decapitato corpo me ne vado sulle punte dell’idiozia,
ballo tutta scema dentro una carne in musica,
viola che stona e ride di un calcagno fuori tempo,
tromba che fischia e sbuffa di uno sterno troppo fermo.
E poi il tango naturale del cuore, col suo inchino cacciato tra i miei seni di donna.

martedì 14 febbraio 2012

La pratica del falso nella scrittura


Dobbiamo frequentare il falso, condividere il giorno con la bugia che succhia sangue all’alfabeto, a noi spetta di stare col vampiro della menzogna, lasciare che lui si attacchi al collo del nostro alfabeto e si sfami fino al pieno delle forze.
 Offriamo l’arteria regina, la vena più nobile della parola, per dare  vita e corpo alla bugia immaginata, al teatrino monello che fin dall’infanzia ci scalcia nella testa e fa sgambetto alla ragione.
Non aggrappiamoci alla verità precotta e surgelata del giorno qualunque, osiamo il pescato fresco dell’abisso o il taglio di una carne appena uscita dal macello. Raccontiamo la menzogna di una triglia gravida, il suo dramma di madre che si trova un pargolo senza branchie dentro la pancia, un figlio destinato alla terra, marchiato uomo, con il dono dei polmoni e l’urgenza dell’aria.
Oppure confessiamo la bugia di un filetto di manzo che cospira assieme allo stinco di maiale per il ritrovamento delle mancate parti, per il desiderio di rimettersi interi. Diciamolo, del loro andare di macello in macello, alla scoperta della fame, all’inseguimento degli indizi che li condurranno alla refurtiva. Parliamo di questa rinnovata coppia d’investigatori, seguaci di Watson e  Sherlock  Holmes, pratichiamone l’assurdo, andiamoci a letto, con la loro finzione.
E sogneremo una verità tanto necessaria e impellente, da doverla SCRIVERE.

giovedì 2 febbraio 2012

Un peccato eterno

E' notte, è madre che ci richiama al grembo.
Nuoto in questo buio che pesa d'oceano, sbatto i miei chili contro i suoi,
un incidente fisico per sentirmi donna rotta e stella ricomposta.
Non ho più due mani nè due braccia, sono a cinque punte adesso.
Figlia di altra specie, cascata tra gli uomini per una distrazione del cielo.
Nascondo la mia origine sotto la cifra dei trent'anni, vecchia di millenni dico bugia in rispetto dell'eterno. Non si nomina il Sempre invano.
Spaventa i calcoli della testa, ritarda gli anticipi, anticipa i ritardi, ritratta le scadenze.
Sposta tutte le ore fisse. E nessuno sa dove le mette.
Per questo lo amo.
E lo grido.
Sempre.
Lo squarciagola di un peccato eterno.