giovedì 17 aprile 2014

CAMBIO DI STAGIONE

Questa solitudine è un materasso
che io rigiro dalla parte estiva.
Ogni cosa ha diritto al cambio di stagione,
anche l'assenza che mi regge il sonno,
il vuoto che mi sostiene il sogno.

LAVAGGIO SBAGLIATO

Dalla centrifuga dei tuoi silenzi,
dallo sportello della tua mancanza,
io esco ridotta e sgualcita,
maglia sottoposta
a un lavaggio sbagliato.

IL CIUFFO DELLA PAURA

Ti vorrei come forcina tra i capelli,
fissato di lato a liberarmi gli occhi,
quando il ciuffo della paura m’imprigiona il viso.

PAROLA CUCCIOLA

Parola cucciola inquieta,
randagia di mondo,
compagna d’osso tu,
rovisti il bidone vuoto
di una bocca che tace.
Finiti anche gli ultimi resti di voce,
andati e sprecati
nelle orecchie tappate dell’uomo.
Parola cucciola affamata,
anche oggi trovi il silenzio
e lecchi il digiuno.

LA VENTIQUATTRORE

Portami nella ventiquattrore del tuo giorno,
infilami tra la dichiarazione di una promessa
e il certificato di un giuramento,
riservami lo scomparto dei documenti imperdibili.
Non lasciare che una distrazione ti tolga
la mia vita dalla mano.

L'ATTESA

L’attesa è un letto di contenzione,
blocca i polsi alle illusioni,
le caviglie alle ipotesi,
segna il tempo con la tenuta del cuoio,
l’ossidazione delle catene,
la resistenza della carne.
Che quando la cinghia si logora e il taglio s’allarga,
viene l’ora di andare.
Il sangue arriva,
e lei scompare.

IL FALSO E' L'AMORE

Per non venirti a noia
io invento
nuovi tratti di me.
Il carboncino di una promessa,
la china di una scelta,
la sanguigna della svolta.
Copiata su carta, ti convinco.
L’originale non conta,
il falso è l’amore.

TUTTI ALLA TERRA

Esce caldo dal forno,
questo giorno di pane croccante.
Ci chiama e ci vuole
come farcitura nel mezzo,
noi distesi tra crosta e mollìca,
salati e un po’ amari
cambiamoci il gusto
prima che il cielo morda
e risputi
tutti alla terra.

IL LAVABO DEL MONDO

Strofinata alle facce
fatta schiuma e sapone dalla fronte agli occhi,
diluita in acqua, scesa alle guance,
scoppiata in bolle alle labbra,
caduta in gocce dal mento,
raccolta intera io,
nel lavabo del mondo.

SE LA MIA PANCIA

Se la mia pancia fosse
piazzale di chiesa,
avrei il tuo nome dentro,
ad ogni ora lo sentirei scalciare,
rintocco di campana nel ventre,
porzione di te
a saziarmi il tempo.